“Modelli familiari: modello iper-protettivo.”

Continuiamo la scorsa dei modelli di famiglia…

“Modello familiare iper-protettivo”

Un altro modello tipico della nostra cultura è quello definito iper-protettivo. Come dice la parola, in queste situazioni, i genitori sono mossi da una missione che guida sempre e comunque il loro comportamento: cercare di fare in modo di rendere la vita dei loro figli il meno complicata possibile, talvolta sostituendosi a loro.

I figli, di conseguenza non sono chiamati a rendere conto delle loro azioni, non è chiesto loro di interfacciarsi con alcun minima difficoltà, chiedono e pretendono l’aiuto dei genitori in ogni situazione e, se questo non succede, possono reagire con aggressività.

La parola d’ordine di queste famiglie è “Dicci cosa ti serve, te la procuriamo noi!”. Sebbene questo tipo di messaggio, ad un primo sguardo, possa sembrare d’amore, ad uno più attento si delinea come un messaggio subdolo. Se da un lato affermiamo che aiutiamo qualcuno perché gli vogliamo bene, dall’altro, è come affermare che lo facciamo perché quel qualcuno non è in grado di cavarsela da solo. Ogni volta che ci sostituiamo a lui, quindi, è come dire che sappiamo che da solo lui non sarebbe capace di farcela.

Nella pratica quindi cosa succede? Il figlio non ha modo di provare ad affrontare stimoli e di conseguenza, di mettersi alla prova per diventare abile; crescerà come un incapace totale perché l’unico modo per costruire la fiducia nelle proprie abilità è solo attraverso l’esperienza concreta del superamento di ostacoli e difficoltà. La domanda sorge spontanea: perché dovrebbe sforzarsi quando c’è qualcuno che lo fa al suo posto?!

Quando e perché queste famiglie chiedono aiuto ad un esperto?

Arrivano nel momento in cui, o i genitori, o i figli stessi, si scontrano con delle problematiche che hanno alla base la sensazione di insicurezza; si parla di problematiche piuttosto varie: da problemi scolastici, a quelli relazionali, ai disturbi d’ansia.

Come gestire questo sistema familiare? Il genitore deve provare a modificare la sua modalità interattiva con il figlio, apportando dei minimi cambiamenti: i genitori dovranno applicare dei piccoli boicottaggi quotidiani alle richieste implicite o esplicite dei figli in modo tale da permettere loro di esporsi per sperimentare le proprie abilità e risorse. Di nuovo si torna ad una situazione in cui i ruoli di genitori e figli sono ben definiti.

 

 

 

Bibliografia

Nardone, G., Giannotti, E., Rocchi, R. (2001). Modelli di famiglia, TEA.

Nardone, G., coll. (2012). Aiutare i genitori ad aiutare i figli, Milano, Ponte alle Grazie.

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